Al Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini
al Capo di Gabinetto, Lorenzo Casini
al Direttore Generale Musei, Antonio Lampis
Al Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini
Al Presidente dell’ANCI, Antonio Decaro
Al Presidente dell’IBC Emilia – Romagna, Roberto Balzani
Oggetto: I musei degli enti locali: non lasciamoli indietro. Bisogna sostenerli per la ripartenza del Paese
Con l’augurio che possa presto finire la grave crisi sanitaria che a livello globale sta affliggendo la salute, l’economia e la vita sociale, esprimiamo innanzitutto sentimenti di partecipazione nei confronti di quanti soffrono perché colpiti dolorosamente negli affetti, di solidarietà umana per gli ammalati e per chi è in difficoltà per il lavoro e di gratitudine per quanti, quotidianamente, si adoperano per portare sollievo e per offrire servizi alla collettività.
La pandemia ha costretto a mutare comportamenti e abitudini, imponendo un isolamento che è contro natura, se è vero che l’uomo è un essere sociale, come ci ricorda Aristotele. Nella sospensione della vita insieme, fatta di incontri e di esperienze dirette, senza i limiti della virtualità, restano incerti gli orizzonti del futuro della vita culturale, al di fuori dei perimetri obbligati delle mura domestiche. Cosa ne sarà dei nostri musei e, in particolare, delle realtà che, a torto, sono spesso etichettate, in modo sommario, come minori? La prima preoccupazione non può che essere, in questa fase, quella della sicurezza del patrimonio e confidiamo pertanto nel permanere di un’attenta azione di vigilanza nei musei, necessariamente svuotati di personale.
L’auspicio inoltre, ma anche il nostro impegno, è che nella prevista contrazione delle risorse non siano praticati tagli lineari che, in modo indiscriminato, vadano a colpire il tessuto connettivo culturale e sociale rappresentato dai musei locali, espressione di una lunga tradizione di ricerca, studio, raccolta, conservazione e rappresentazione delle specificità dei territori. Sarebbe un grave errore vanificare l’impegno profuso negli anni dai padri fondatori, da amministrazioni, operatori del settore, associazioni e da singoli per far vivere e sviluppare questi fondamentali presidi dove si coltiva l’interesse per il patrimonio culturale locale, promuovendone la fruizione e l’accessibilità. Non va infatti trascurata la profondità delle radici di questi luoghi diffusi della cultura che, seppure talvolta nei limiti delle disponibilità di risorse umane e finanziarie, di asimmetrie logistiche e organizzative e di capacità di gestione (mancano anche i direttori), assumono la fisionomia di punti essenziali di riferimento e di aggregazione per ricercatori, professionisti, per il mondo della scuola, per l’associazionismo, per appassionati e semplici cittadini che trovano nel museo opportunità di approfondimento conoscitivo, di incontro, di godimento del patrimonio e di diletto. Lo sconvolgimento in atto ci ha imposto un repentino cambiamento dello stile di vita: sono venute meno le certezze del passato e ci è richiesto uno sforzo per prefigurare il futuro del museo, rivedendo paradigmi consolidati. L’ANMLI intende dare il proprio contributo in questo senso. Il legame del museo con la comunità locale costituisce in ogni caso una solida ricchezza, la base dalla quale ripartire, anche se saremo tenuti a rivedere le modalità di interazione fra noi e i pubblici, ad adottare nuove formule di comunicazione e narrazione. È pertanto necessario che i musei locali non vengano marginalizzati dall’emergenza e dalla grave crisi che ne consegue ma che siano considerati, ancora di più, come una componente distintiva del welfare, come portatori di valori irrinunciabili, in grado di alimentare consapevolezza, conoscenza, spirito critico, senso di appartenenza, coesione sociale e creatività. È del resto risaputo, e sancito dall’articolo 9 della Costituzione, quanto le istituzioni culturali possano e debbano concorrere allo sviluppo della Nazione ed è ormai un dato di fatto condiviso come la cultura rappresenti una fonte preziosa di ricadute, anche di natura economica. Si può facilmente prevedere che, seppure con nuove formule di fruizione e con linguaggi e strumenti innovativi che richiederanno con ogni probabilità anche il concorso di figure professionali inedite, il patrimonio culturale e il museo con il suo radicamento territoriale e con le sue funzioni di aggregazione e di trasmissione di valori continueranno ad essere una risorsa determinante per il Paese, elementi sui quali basare la ripartenza.
Nel momento della ripresa che tutti attendiamo con trepidazione, ci si deve far trovare attrezzati adeguatamente sul piano delle riflessioni teoriche come degli strumenti operativi ed ANMLI si propone di agevolare in questo senso il confronto e la discussione. In virtù di queste riflessioni si deve prestare la massima attenzione perché siano salvaguardate le esperienze e le professionalità maturate sia nei musei sia in rapporto ad essi, nei settori privati afferenti, e che siano mantenuti i livelli occupazionali, peraltro da sempre inferiori alle necessità. In questo modo, insieme alle occasioni di crescita culturale, si possono anche offrire opportunità di lavoro e prospettive di progressivo ricambio generazionale, sia nei ruoli interni, sia nelle molteplici forme delle collaborazioni esterne di cui, come noto, la vita museale si avvantaggia, peraltro generando reddito. Basti pensare ai servizi per la didattica, per la fruizione turistica e all’editoria e alla multimedialità. Proprio questo settore è oggi strategico per stabilire nuovi rapporti con il pubblico, come dimostrano le tempestive e apprezzate aperture virtuali dei musei. Nell’incertezza degli scenari futuri, per rilanciare il ruolo culturale e sociale del museo, diviene quindi tanto più essenziale aprirsi all’apporto di nuove idee, di energie fresche e della creatività, in particolare dei giovani. Questo nella consapevolezza che le sfide che riguardano il museo coinvolgono innumerevoli aspetti fondamentali del nostro vivere sociale, a partire dai processi educativi e formativi, fino all’intrattenimentoculturale, oggi soffocato dalla distanza obbligata. Anche il museo è, in effetti, parte importante di quell’arco richiamato da Seneca nelle lettere a Lucilio: Questo dobbiamo pensare: siamo nati nel vincolo di obblighi reciproci. La nostra società è come un arco fatto di pietre, che sta su perché esse si sostengono l’una con l’altra, altrimenti crollerebbe.
La Presidente e il Direttivo dell’ANMLI Associazione Nazionale Musei di Enti Locali e Istituzionali
Anna Maria Montaldo, Nadia Barrella, Alberta Campitelli. Paola Marini, Franco Marzatico, Claudio Salsi, Anna Maria Visser, Davide Banzato, Alessandro Furiesi, Paolo Sirena